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238 L'AJA.

litica, emigra collo Statoldero in Inghilterra e fa il maestro a Londra per vivere. Stanco dell’Inghilterra, va in Germania; seccato del romanticismo tedesco, torna in Olanda, dove Luigi Napoleone lo colma di favori. Ma Luigi lascia il trono, Napoleone il Grande toglie al Bilderdijk la pensione, ed egli è ridotto nella miseria. Domanda una cattedra all’Università di Leida, glie la rifiutano. Infine ottiene dal Governo un piccolo sussidio e continua a studiare, a scrivere, a combattere fino all’ultimo giorno della vita. Le sue opere si compongono di più di trenta volumi di scienza, di arte, di letteratura. Trattò tutti i generi e riuscì in tutti, fuor che nel drammatico. Allargò la critica storica, scrivendo una delle più belle storie nazionali che possegga il suo paese. Fece un poema, Il mondo primitivo, composizione grandiosa ed oscura, ammiratissima in Olanda. Trattò ogni maniera di quistioni mescolando paradossi stranissimi e verità luminose. Rialzò infine la letteratura nazionale ch’era caduta ai suoi tempi e lasciò una falange di discepoli eletti che seguirono le sue traccie in politica, in arte, in filosofia. Vi fu per lui in Olanda, più che entusiasmo, fanatismo; e non si può mettere in dubbio ch’ei sia stato, dopo Vondel, il più grande poeta del suo paese. Ma gli fece danno la passione religiosa, l’odio cieco contro le nuove idee, la poesia fatta strumento di sètta, la teologia intromessa in ogni cosa; per il che non s’elevò in quella regione serena e libera fuor della quale il genio non consegue vittorie durevoli e grido universale.