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l’olanda. | 13 |
rono coll’infertilire le sabbie. In alcuni luoghi formarono lo strato produttivo del suolo con terre portate di lontano come si forma un giardino; sparsero la silice delle dune sulle praterie troppo umide; mescolarono colle terre troppo sabbiose i detriti delle torbe tratti dal fondo delle acque; estrassero dell’argilla per comunicare alla superficie della terra una fertilità nuova; lavorarono a dissodare le dune; e così industriandosi in mille maniere, e difendendo continuamente l’opera loro dalle acque minaccianti, riuscirono a condurre l’Olanda a uno stato di floridezza non inferiore a quello dei paesi più favoriti dalla natura. Quell’Olanda sabbiosa e paludosa che gli antichi consideravano appena come abitabile, manda fuori dei suoi confini, anno per anno, dei prodotti agricoli per il valore di cento milioni di lire, possiede circa un milione e trecentomila teste di bestiame, e si può annoverare, proporzionatamente all’estensione del suo territorio, fra i paesi più popolati d’Europa.
Ora si capisce come in un paese così fisicamente straordinario, debba esservi un popolo molto diverso dagli altri. Su pochi popoli, in fatti, la natura del paese abitato esercitò un influsso più profondo che sugli Olandesi. Il genio olandese è in perfetta armonia col carattere fisico dell’Olanda. Basta guardare i monumenti della gran lotta combattuta da questo popolo col mare, per comprendere come il suo carattere distintivo debba essere la fermezza e la pazienza, accompagnata da un coraggio calmo