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che gli Olandesi abbian l’abitudine di parlare con fastidiosa prolissità dei loro malanni; che anzi essi deridono per questo difetto i Tedeschi; e che siano egoisti ed avari. A sostegno di questa seconda accusa, qualcuno adduce il fatto poco credibile che durante una battaglia navale cogl’Inglesi, gli ufficiali della flotta d’Olanda siansi recati a bordo dei bastimenti nemici esausti di provvigioni da fuoco, e v’abbiano venduto, a prezzi esorbitanti, polvere e proiettili; dopo di che fu ricominciato a combattere. Contro quest’accusa d’avarizia, sta il fatto della vita agiata, delle case ricche, dei molti denari spesi in libri ed in quadri; e più ancora della beneficenza larghissima, nella quale la società olandese è incontestabilmente prima in Europa. E non è beneficenza officiale, o che in qualunque modo riceva impulso dal Governo; ma spontanea e liberissima, esercitata da società vaste e potenti che fondarono innumerevoli istituti, scuole, premi, biblioteche, riunioni popolari; che aiutano, prevengono il Governo nell’ufficio dell’istruzione pubblica; che stendono le loro ali dalle grandi città fino ai più umili villaggi, abbracciando tutte le sètte religiose, tutte le età, tutte le professioni e tutte le sventure; una beneficenza, insomma, in virtù della quale non rimane in Olanda un povero senza tetto e un braccio senza lavoro. Tutti gli scrittori, che studiarono l’Olanda, convennero nel dire che non c’è forse altro Stato d’Europa, nel quale scenda, proporzionatamente alla popolazione, una maggior copia