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222 | L'AJA. |
comparivano sulla soglia. Non è da meravigliare, con quella regolarità cronometrica, che trovino il tempo di far tante cose, senza farne nessuna con furia; e che anche coloro i quali non sono dediti agli studi per istituto di vita, abbiano letto delle intere biblioteche. Non v’è libro inglese, tedesco o francese, per poco che sia importante, ch’essi non lo conoscano. La letteratura francese in particolar modo l’hanno sulla punta delle dita. E quel che si dice della letteratura, si può dire, con più ragione della politica. L’Olanda è uno dei paesi d’Europa dove affluisce un maggior numero di giornali stranieri e forse quello in cui si parla maggiormente degli affari degli altri. Il paese è piccolo e tranquillo, delle novità del giorno s’è presto discorso; dopo dieci minuti la conversazione salta di là dal Reno e corre l’Europa. Ricordo che mi faceva specie udir parlare della caduta del ministro Scialoia e d’altre cose nostre quasi come d’un avvenimento di casa.
Una delle mie prime cure fu di scandagliare i sentimenti religiosi della gente; e trovai, con mia meraviglia, un gran disordine. Come scrisse giustamente, non è molto, un dotto olandese, le idee sovversive d’ogni dommatismo religioso hanno acquistato gran campo in quel paese. Sarebbe però errore il credere che in cui vien meno la fede, sottentri l’indifferenza. Quelli che al Pascal parevano creature mostruose, uomini, cioè, che vivono senza darsi alcun pensiero della religione, come ve n’ha infiniti fra noi, là non ci sono. La questione religiosa che qui non