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214 | L'AJA. |
tori, non solo non gli rimanevano indietro, ma per un certo tratto lo precedevano. V'è gente che va scivolando dall’Aja ad Amsterdam e ritorna all’Aja nella stessa giornata; studenti d’università che parton la mattina da Utrecht, vanno a desinare ad Amsterdam e ritornano a casa prima di sera; fu fatta e vinta più volte la scommessa di andare da Amsterdam a Leida in poco più d’un’ora. E non è solamente ammirabile la rapidità, che a detta di coloro i quali hanno provato ad attaccarsi al bastone di qualche patinatore famoso, è tale da dar le vertigini; è ammirabile pure la sicurezza colla quale si percorrono quelle grandi distanze. V’hanno dei contadini che fan quelle corse da una città all’altra di notte. Vi son dei giovani che vanno da Rotterdam a Gouda; a Gouda comprano una lunghissima pipa di gesso; e poi tornano a Rotterdam colla pipa intatta fra le mani. Qualche volta, passeggiando lungo un canale, si vede passare come una saetta una figura umana che sparisce appena vista; ed è una contadinella che porta il latte a una casa di città.
Vi son poi le slitte d’ogni grandezza e d’ogni forma; quelle spinte di dietro da un patinatore, quelle tirate dai cavalli, quelle messe in moto per mezzo di due bastoni ferrati dalla stessa persona che ci sta seduta; carri e carrozze, private delle ruote, e poste su due assicelle, colle quali scivolano colla rapidità delle altre slitte. In occasioni di feste, si son persino veduti correre sulla neve per le strade