Mentre questa gran lotta dura, l’Olanda si trasforma: l’Olanda è la terra delle trasformazioni. Una carta geografica di questo paese com’era otto secoli fa, a primo aspetto, non si riconosce. Trasforma il mare, trasformano gli uomini. Il mare, in alcuni punti, fa indietreggiare la costa: toglie al continente delle parti di terra, le rilascia, poi le riprende; riunisce al continente delle isole con legami di sabbia, come nella Zelanda; stacca dei lembi di continente e forma delle isole nuove, come Wieringen; si ritira da certe provincie, e fa rimaner città di terra città ch’eran di mare, come Leuwarde; converte in arcipelaghi di cento isole vasti tratti di pianura come il Biesbosch; separa la città dalla terra, come Dordrecht; forma dei nuovi golfi larghi due leghe, come il Golfo di Dollart; divide due provincie con un nuovo mare, come la Nord-Olanda e la Frisia. Per effetto delle inondazioni il livello delle terre s’innalza in un luogo, in un altro s’abbassa; terre sterili sono fecondate dal limo dei fiumi straripati, terre fertili sono cangiate in deserti di sabbia. Colle trasformazioni delle acque si alternano le trasformazioni del lavoro. Si riuniscono delle isole al continente come l’isola di Ameland; si riducono ad isole provincie intere, come sarà la Nord-Olanda col nuovo canale d’Amsterdam che la deve separare dall’Olanda meridionale; si fanno sparire dei laghi grandi come provincie, come il lago di Beemster; si convertono le terre, coll’estrazione delle torbe basse, in laghi,