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L'AJA. 201

e che ora ha gravi ragioni di temere in un tempo forse non lontano una guerra religiosa!

Malgrado questo stato di cose, che impedì finora l’istituzione, sollecitata dai liberali, dell’istruzione obbligatoria, e che allontana dalle scuole un gran numero di ragazzi cattolici, l’istruzione popolare, in Olanda, si trova in condizioni che qualunque stato europeo può invidiare. Proporzione fatta, vi son meno analfabeti che in Prussia. Di tutta Europa, come disse con giusto orgoglio uno scrittore olandese in altri giudizi severo verso la sua patria, è il paese dove le cognizioni indispensabili ad un uomo civile sono più universalmente diffuse. Mi fece una gran specie, una volta che domandai a un Olandese se nella classe delle donne di servizio ce n’era qualcuna che non sapesse leggere, sentirmi rispondere: — Eh sì; mi ricordo che vent’anni fa mia madre n’aveva una analfabeta; e se ne parlava come di una cosa strana. — Ed è un gran piacere per uno straniero che non sappia la lingua, in una città di Olanda, far leggere un nome sulla Guida al primo monello che gli capita tra i piedi, ed esser sicuro che intende e che s’ingegna d’insegnar la strada coi gesti.

Discorrendo di cattolici e di calvinisti arrivammo alle dune, e benchè fossimo a un trarre di mano dalla spiaggia, non vedevamo ancora il mare. “Strano paese l’Olanda,” dissi al mio amico; “in cui tutte le cose giuocano a rimpiattino! Le facciate nascondono i tetti, gli alberi nascondono le case, le città