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negli Stati Generali vi sono da un lato cattolici e calvinisti, dall’altro un partito liberale, e fra questi e quelli una schiera ondeggiante che non consente una superiorità assoluta ad alcuna delle due parti. Il campo principale di battaglia fra i partiti estremi è la quistione dell’insegnamento primario, e questa si riduce, da parte dei cattolici e dei calvinisti, nel volere che alle attuali scuole, così dette miste, nelle quali non è dato alcun particolare insegnamento religioso perchè vi possano concorrere insieme cattolici e protestanti d’ogni dottrina; nel volere, dico, che a queste scuole, siano sostituite altre, mantenute pure dai Comuni sotto la direzione dello Stato, nelle quali si dia un insegnamento dogmatico. È facile comprendere la gravità delle conseguenze che porterebbe una tale scissura nell’educazione popolare, i germi di discordie e d’ire religiose, il perturbamento che nascerebbe, col tempo, dallo stringere la gioventù in gruppi di diversa fede. Sinora il principio della scuola mista prevalse, ma le vittorie dei liberali furono difficili; i cattolici e i calvinisti strapparono successivamente delle concessioni, e si preparano a strapparne delle nuove; il partito cattolico, in una parola, più potente ancora che il partito calvinista, uno, saldo, risoluto, acquista di giorno in giorno terreno; e non è inverosimile che riesca a conseguire una vittoria, benchè passeggiera, la quale provochi nel paese una reazione violenta. A tale son dunque le cose in quell’Olanda che lottò ottant’anni contro il dispotismo cattolico,