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L'AJA. | 197 |
nelle pareti molti di quelli oggetti che mi ricordo d’aver tanto desiderato quando sedevo su quei banchi: come quadretti con paesaggi e figure, ai quali il maestro riferisce racconti e insegnamenti, perchè si stampino meglio nella memoria; immagini d’oggetti e d’animali; carte geografiche fatte appositamente con grandi nomi e colori vivi; sentenze, regole grammaticali, precetti stampati in caratteri di scatola. Una sola cosa mi parve che lasciasse a desiderare: la pulizia delle persone.
Non voglio qui ripetere quello che molti scrissero, ed anche qualche olandese afferma, che in Olanda si trascuri generalmente la pulizia della pelle, che le donne non faccian bagni e che le gambe delle tavole sian più nette che le gambe dei cittadini. Ma è certo che la pulizia delle cose vi si cura infinitamente più della pulizia delle persone, e che la mediocrità di questa piglia risalto dall’eccellenza di quella. In una scuola italiana, forse quei ragazzi mi sarebbero parsi puliti; ma confrontandoli colla nitidezza meravigliosa degli oggetti che li circondavano, e pensando ch’eran figliuoli di quelle stesse donne che impiegan mezza la giornata a lavar usci ed imposte, mi parvero, ed erano infatti un po’ sudici. In certe scuole della Svizzera ci sono dei lavatoi, dove i ragazzi sono obbligati a lavarsi entrando ed uscendo. Mi sarebbe piaciuto, perchè non mi rimanesse nulla a desiderare, veder quei lavatoi anche nelle scuole d’Olanda.
Ho detto « quel povero maestro» per modo di