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L'AJA. 191

le donne e i bimbi: gli uomini vanno tutti al mare. Partendo, portano con sè la Bibbia. A bordo non s’ubriacano, non bestemmiano, non ridono. Quando il mare in tempesta solleva e precipita da spaventose altezze il loro piccolo battello, chiudono tutte le aperture, e aspettano la morte con rassegnazione. In quel momento le loro donne, chiuse nelle casette flagellate dalla pioggia e dal vento, cantano i salmi. Quei piccoli abituri, che furono testimoni di tante ansietà mortali, che sentirono i singhiozzi di tante vedove, che videro la santa gioia dei ritorni e gli addii sconsolati di tanti sposi, rappresentano colla loro pulizia, colle loro tendine bianche, colle vesti e colle camicie marinaresche appese alle finestre, la povertà libera e dignitosa dei loro abitanti. Da quelle case non escono nè vagabondi, nè donne corrotte; nessun abitante di Scheveningen ha mai disertato il mare, e nessuna fanciulla ha mai sdegnato la mano d’un pescatore. Uomini e donne hanno nel portamento del capo e nell’espressione dello sguardo, un non so che di grave e di sdegnoso che impone rispetto. Salutano senza chinar la fronte, guardando la gente negli occhi, come per dire: — Non abbiamo bisogno di nessuno. —

Anche in questo piccolo villaggio vi son due scuole, e non si può dire il sentimento che si prova vedendo a una cert’ora sparpagliarsi per quelle misere stradicciuole uno sciame di bambini biondi con una lavagna sotto il braccio e il gessetto in mano.