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frutto, ammontino a una somma pari al valore che avrebbe la diga stessa se fosse tutta di rame massiccio. Intorno alla città di Helder, alla estremità settentrionale della Nord-Olanda, si stende per dieci chilometri una diga costrutta di massi di granito di Norvegia, che scende più di sessanta metri nel mare. Tutta la provincia di Frisia, per la lunghezza di ottantotto chilometri, è difesa da tre file di palafitte enormi, sostenute da massi di granito di Norvegia e di Germania. Amsterdam, tutte le città delle rive del Zuiderzee, e tutte le isole, — frammenti di terre sparite, — che formano come una corona fra la Frisia e della Nord-Olanda, sono protette da dighe; dalle foci dell’Ems fino alle foci della Schelda l’Olanda è tutta una fortezza impenetrabile, nei cui immensi bastioni i mulini son le torri, le cateratte son le porte, le isole sono i forti avanzati; e che al pari d’una fortezza vera, non mostra al suo nemico, il mare, che le punte dei campanili e i tetti degli edifizii, quasi come una derisione e una sfida.

L’Olanda è una fortezza, e il popolo olandese ci sta come in una fortezza: sul piede di guerra col mare. Un esercito d’ingegneri, dipendente dal Ministero dell’Interno, sparpagliato sul paese e ordinato come un esercito, spia continuamente il nemico, veglia sull’ordine delle acque interiori, previene la rottura delle dighe, ordina e dirige i lavori di difesa. Le spese della guerra son ripartite: una parte è allo Stato, una parte alle provincie; ogni proprietario paga, oltre l’imposta generale, un’im-