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genio. Egli ne raccolse la finezza e l’arte d’imitare la luce, soprattutto delle candele e delle lucerne, nella quale, come vedremo nel Museo d’Amsterdam, s’elevò all’altezza del suo maestro. Raro fra i pittori del suo genere, non si piacque nella rappresentazione della bruttezza e dei soggetti triviali.

Il genere intimo è rappresentato nel Museo dell’Aja, oltrechè dal Dov, da Adriano van Ostade, dallo Steen, e dal Van Mieris il vecchio.

Il Van Ostade, chiamato il Rembrandt della pittura intima, poichè imitò dal grande maestro l’arte potentissima del chiaroscuro, delle sfumature delicate, della trasparenza delle ombre, della ricchezza del colorito, ci ha due quadretti che rappresentano l’interno e l’esterno d’una casa rustica, con figure; pieni tutti e due di poesia, malgrado la volgarità dei soggetti, ch’egli ha comune cogli altri pittori dello stesso genere. Ma ha questo di particolare: che le ragazze notevolmente brutte dei suoi quadri sono immagini prese nella sua famiglia, la quale, per quel che si dice, era un gruppo di mostriciattoli, che egli mise alla berlina dell’universo. Così quasi tutti i pittori olandesi scelsero fra le donne che dipinsero le meno belle che caddero sotto i loro occhi, come se si fossero dati l’intesa per screditare il tipo femminino della loro patria. Le Susanne del Rembrandt, per citare i soggetti che avrebbero richiesto più degli altri la bellezza, sono brutte serve olandesi; e non occorre parlare delle donne dello Steen, del Brouwer e d’altri. E sì nel loro paese non manca-