e taciturno, più ricco di qualità nascoste che di belle qualità lampanti, che vive, se posso così esprimermi, molto più dentro che fuori di sè, che fa molto più di quello che dice, che non si spende per quello che vale; si può studiare anche senza comprendere la sua lingua. D’altra parte, in Olanda è straordinariamente diffusa la lingua francese. Nelle grandi città non v’è quasi persona colta che non parli francese correntemente, non v’è bottegaio che non sappia spiegarsi bene o male, non v’è quasi ragazzo, anche tra il popolo minuto, che non sappia quelle dieci o venti parole, che bastano a cavar d’impiccio uno straniero. Questa diffusione d’una lingua così diversa da quella del paese, è un fatto tanto più ammirabile quando si pensi che non è la sola lingua straniera che si parli comunemente in Olanda. L’inglese e la tedesca vi sono quasi altrettanto conosciute che la francese. Lo studio di tutte e tre queste lingue è obbligatorio nelle scuole medie. Le persone colte, quelle che in Italia sono quasi in dovere di sapere il francese, in Olanda leggono la maggior parte libri inglesi, tedeschi e francesi colla medesima facilità. Gli Olandesi hanno una particolare disposizione ad imparare le lingue, e un’incredibile franchezza nel conversare. Noi Italiani, prima di rischiarci a parlare una lingua straniera, vogliamo saperla tanto da non lasciarci sfuggire dei grossi errori; arrossiamo, quando ci scappano; evitiamo le occasioni di discorrere finchè non siamo sicuri di parlare in modo da tirarci un complimento; e così facendo, allunghiamo sempre più il pe-