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166 L'AJA.

come gli uomini, in Olanda, sogliono cercare le loro amanti nella classe delle fantesche, così le donne (le signore, intende di dire) non spingono molte volte più in alto le loro aspirazioni. Ma questi son giudizi dettati dalla stizza di qualche corteggiatore scorbacchiato. Daniele Stern, che come donna ha in questa materia un’autorità particolare, dice che sono altere, leali, attive, caste. Qualcuno lasciò trapelare dei dubbi intorno alla tanto predicata placidità dei loro affetti. Sono acque chete, scrisse l’Esquiroz, ma si sa quel che si dice delle acque chete. Sono vulcani gelati, disse l’Heine, che quando sgelano....! Ma di tutti i giudizi letti, mi parve il più notevole quello di Saint Evremont: che le donne olandesi non sono abbastanza vive per turbare il riposo degli uomini; e che ce ne sono, sì, delle amabili; ma che non v’è nulla a sperarne, o per la loro saggezza, o per una freddezza che tien luogo in loro di virtù.

Un giorno, in un crocchio di giovanotti dell’Aja, citai questo giudizio di Saint Evremont, e domandai bruscamente: — È vero? — Sorrisero, si guardarono, uno rispose: — Direi...; — un altro: — Mi pare...; — un terzo: — Sarebbe...; — infine s’accordarono tutti nel dire che era vero. Altre volte raccolsi degl’indizi provanti che le cose corrono oggi tale e quale come ai tempi dello scrittore francese. Si parlava in un crocchio d’un personaggio leggermente ridicolo. “Eppure, — disse uno, — quell’ometto d’apparenza così posata è un donnaiolo di prima riga.” Io domandai colla frase sacramentata: “Turba