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164 | L'AJA. |
Amsterdam, benchè meno riccamente; e mettono in pomposa evidenza le loro grandi capigliature bionde.
Mi fece specie il vedere ancora vestite da bimbe, colle sottane corte e i calzoncini bianchi, ragazze che da noi hanno già il vestire e l’aria di donne fatte. In Olanda, dove la vita è lenta e l’impazienza un sentimento ignoto, le ragazze non hanno fretta di smetter gli usi e l’aspetto della puerizia, e d’altra parte, entrano naturalmente assai più tardi che in altri paesi in quella età così critica, nella quale, come dice mirabilmente, al solito, Alessandro Manzoni, par che entri nell’animo una potenza misteriosa, che solleva, adorna e rinvigorisce tutte le inclinazioni e tutte le idee. Raramente una ragazza si marita prima di vent’anni. Non dico le bambine del regno di Decan che per quel che si racconta piglian marito all’età di ott’anni e son nonne prima dei venti; ma le italiane e le spagnuole che si sposano a quattordici o quindici, in Olanda sono considerate come creature miracolose. Là le ragazze quindicenni vanno sole alla scuola coi capelli giù per le spalle, e non c’è anima nata che le guardi. Ho inteso parlare quasi con orrore d’un giovanotto dell’Aja accusato da altri giovanotti di cercare delle avventure amorose in quell’età per essi non meno sacra dell’infanzia.
Un’altra cosa che si nota subito in una città olandese, — eccettuata Amsterdam, — è la mancanza della prostituzione elegante. Quell’abbigliamento e