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te, l’aria sicura e libera di quelle famiglie erranti e solitarie. E così vivono in Olanda migliaia di famiglie che non hanno altra casa che la barca. Un uomo piglia moglie, fra tutti e due comprano un battello, ci s’installano e portan le derrate da un mercato all’altro. I bambini nascon sui canali, sono allevati e crescon sull’acqua; la barca porta le masserizie, il piccolo peculio, le memorie domestiche, gli affetti, il passato, tutto il bene presente e tutte le speranze dell’avvenire. Si lavora, si risparmia, e dopo molti anni si compra un battello più grande, vendendo la vecchia casa a una famiglia più povera, o lasciandola al figlio maggiore che vi condurrà una sposa cresciuta sur un altro battello, e adocchiata per la prima volta in un incontro sul canale. E così di barca in barca, di canale in canale, la vita scorre soave e tranquilla, come la casa vagabonda che la ricetta e l’acqua silenziosa che l’accompagna.

Per un pezzo non vidi sulle due sponde che piccole case di contadini; poi cominciai a vedere villette, chioschi e capanni, mezzo nascosti fra gli alberi; e negli angoli più ombrosi, qualche signora bionda, vestita di bianco, seduta, con un libro in mano; o qualche grosso signore avvolto in un nuvolo di fumo, coll’aria soddisfatta del negoziante arricchito. Tutta queste villette son dipinte d’un color roseo o azzurrino, hanno i coppi del tetto inverniciati, terrazzi sostenuti da colonnine, e giardinetti davanti o intorno, con aiuole e sentieri da pre-