newalle, inviato degli Stati d’Olanda alla corte di
Francia. Poco tempo dopo tornò a Delft per dare
al principe Guglielmo la notizia della morte del
duca d’Angiò; e si presentò al convento di Sant’Agata
dove il principe soggiornava colla sua corte.
Era la seconda domenica di luglio. Guglielmo lo
ricevette nella sua camera, stando a letto. Eran
soli. Baldassarre Gerard ebbe forse in quel momento
la tentazione d’ucciderlo; ma non aveva armi, si
contenne, e dissimulando la sua impazienza, rispose
tranquillamente a tutte le domande. Guglielmo
gli diede una piccola somma di denaro, gli disse di
prepararsi a ripartire per Parigi e gli ordinò di tornare
il giorno seguente a prender le lettere e il passaporto. Col danaro ricevuto dal principe, il Gerard
comprò due pistole da un soldato (il quale s’uccise
quando seppe a che uso le sue armi eran servite)
e il giorno dopo, il dieci luglio, si ripresentò al
convento di Sant’Agata. Il principe Guglielmo, accompagnato da parecchie dame e signori della sua famiglia, scendeva le scale per andare a desinare in
una sala a terreno, e dava il braccio alla principessa
d’Orange, sua quarta moglie; quella gentile e sventurata
Luisa di Coligny, che nella notte di san Bartolommeo aveva visto uccidere ai suoi piedi l’ammiraglio suo padre e il signor di Téligny suo marito.
Baldassarre gli andò incontro, lo arrestò e lo pregò
di firmare il suo passaporto. Il principe gli disse di
ripassare più tardi ed entrò nella sala. Nemmeno
un’ombra di sospetto gli era passata per la mente.