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114 | DELFT. |
che dalla Mosa vi conducono, imperocché essi chiamano vulgarmente una fossa Delft. È distante da Rotterdam due leghe: è Terra veramente grande & bellissima in tutte le parti, con buoni & belli edifitij & strade larghe & gioconde. Fu fondata da Gioffredo cognominato il Gobbo, duca di Lotharingia, il quale per circa quattro anni occupò la contea d’Hollanda."
Delft è la città delle disgrazie. Verso la metà del secolo decimosesto un incendio la distrusse quasi interamente; nel 1654 ci scoppiò una polveriera che mandò in aria più di duecento case; e nel 1742, vi seguì un’altra catastrofe della stessa natura. Oltre a questo, ci fu assassinato Guglielmo il Taciturno nell’anno 1584. E per giunta, vi decadde, ne sparì quasi un’industria ch’era la sua gloria e la sua ricchezza: l’industria della maiolica, nella quale gli artisti olandesi avevan cominciato coll’imitare le forme e i disegni delle porcellane chinesi e giapponesi, e poi eran riusciti a far dei lavori ammirabili, che riunivano il carattere asiatico al carattere olandese, e si spandevano per tutta l’Europa settentrionale, ed oggi ancora sono ricercati dagli amatori di quell’arte, quasi altrettanto che i più bei lavori d’Italia.
Ora Delft non è più né città d’industrie, nè città di commercio; e i suoi ventiduemila abitanti vivono in una pace profonda. Ma è una delle città più graziose e più olandesi dell’Olanda. Le strade son larghe, percorse da canali ombreggiati da due