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DELFT.


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Andando da Rotterdam a Delft, vidi per la prima volta la campagna olandese.

È tutta una pianura, una successione di praterie verdi e fiorite, percorse da lunghe file di salici e sparse di gruppi di ontani e di pioppi. Qua e là si vedono punte di campanili, ali giranti di mulini a vento, armenti sparpagliati di grandi vacche bianche e nere, qualche pastore; e per vastissimi spazii, solitudine. Non v’è nulla che colpisca l’occhio, nulla che s’alzi, nulla che precipiti. Tratto tratto, in lontananza, passa la vela d’un bastimento, il quale scorrendo sur un canale che non si vede, pare che scorra sull’erba dei prati; e ora sparisce dietro gli alberi, ora riapparisce. La luce pallida dà alla campagna non so che di molle e di malinconico. Una bruma leggerissima fa parere ogni cosa lontana. V’è una sorta di silenzio per l’occhio, una pace di linee e di colori.