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rotterdam. 99

un pittore fecondo e pagato, e non ebbe a rimpiangere la vita dei campi. Ma qui sta la sua originalità: era, per quel che ne dicono i suoi biografi, un uomo incredibilmente, morbosamente, pazzamente pauroso; a tal segno, che quando sapeva che dovevan passare gli archibugieri, saliva sui tetti e sui campanili, e a veder le armi nella strada, aveva ancora paura. E per chi la credesse una fiaba, c’è un fatto che può indurre a ritenerla vera: ed è che trovandosi egli nella città di Haarlem quando gli Spagnuoli vi posero l’assedio, i magistrati, che conoscevano la sua debolezza, gli permisero di fuggire dalla città prima che si venisse alle armi, forse perchè prevedevano che sarebbe morto di spaghite; ed egli si valse di quel permesso, e fuggì ad Amsterdam, lasciando i suoi concittadini nelle péste.

Altri pittori olandesi, — poiché sono a parlare degli uomini e non dei quadri — dovettero, come l’Heemskerk, a un accidente d’esser riusciti pittori. L’Everdingen, paesista di prim’ordine, lo dovette a una tempesta, che gettò il suo bastimento sul lido della Norvegia, dove egli rimase, s’ispirò a quella grande natura e creò un genere di paesaggio originale. Cornélis Vroom dovette pure la sua fortuna a un naufragio; era partito per la Spagna, con alcuni quadri religiosi, il bastimento naufragò vicino alle coste del Portogallo, il povero artista si salvò con altri in un’isola disabitata, stettero due giorni senza mangiare, si consideravan come perduti; quando furono inaspettatamente soccorsi dai religiosi di un