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dio nel 1864; e quanto vi si trova ora, proviene in gran parte da un Jacob Otto Boymans, che lo lasciò per testamento alla città di Rotterdam.

In questo Museo, dunque, si può entrare per far conoscenza personale di qualche artista, piuttosto che per ammirare la pittura olandese.

In una delle prime sale si vedono alcuni schizzi di battaglie navali, segnati del nome Willem Van de Velde, considerato come il più grande pittore di marine dei suoi tempi, figlio d’un Willem pittore di marine egli pure, chiamato il vecchio, per distinguerlo da lui, chiamato il giovane. Padre e figlio ebbero la fortuna di vivere al tempo delle grandi guerre marittime tra l’Olanda, l’Inghilterra e la Francia; e di poter veder le battaglie coi propri occhi. Gli Stati d’Olanda avevan messo a disposizione di Van de Velde il vecchio una piccola fregata; il figlio accompagnò il padre; e tutti e due fecero i loro schizzi in mezzo al fumo delle cannonate, spingendosi qualche volta tanto innanzi col bastimento, da indurre gli ammiragli a ordinar loro di allontanarsi. Van de Velde il giovane superò di molto il padre, e non fece per lo più che piccoli quadri: un cielo grigio, un mar calmo e qualche vela; ma così fatti che, per poco che vi si fissino gli occhi, si sente l’odor salino delle acque e si scambia la cornice per una finestra. Questo Van de Velde appartiene a quel gruppo di quei pittori olandesi che amarono l’acqua con una sorta di furore e che dipinsero, si può dire, sull’acqua. Di questi era pure