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Che socialista, dopo tutto, significasse soltanto uno che desidera di diventare borghese, che cioè non possedendo desidera di possedere? In altri termini, se invece d’essere un povero medico condotto, proprietario d’una casuccia di dieci stanze in città e d’un casaluccio di dieci ettari in montagna, io fossi stato un grosso proprietario e un ricco borghese, forse Nestore non sarebbe mai stato nè socialista nè ferroviere.... Quando io, cercando la soluzione d’un problema, riesco a trovare che la colpa è mia, m’acquieto súbito. La colpa del socialismo di Nestore era mia. — Ma come sei riuscito a conoscere le intenzioni del sindaco? — Da Matteo che cerca una balia pel fratello del sindaco: voglio dire pel figlio del fratello del sindaco. E per ingraziarselo gli fanno tutte le confidenze e le carezze che vuole. — Il mondo è piccolo. — Ti pare? Forse è piccolo per te che non guardi mai all’avvenire. Volevo fargli notare che egli mescolava l’idea di tempo all’idea di spazio. Ma avrei fatto deviare il discorso: — Matteo come ha pensato di venire a raccontare queste faccende a te? — È venuto a Roma jeri per le elezioni. Matteo è nostro candidato nelle elezioni amministrative. — Matteo è socialista? — Si capisce.