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reazione, sono sempre quelli medesimi. Il progresso? Il progresso è soltanto l’aspirazione o il desiderio che ciascuno di noi ha di diventare più felice e magari migliore. Ma, vedendo che occorrerebbe troppo sforzo a raggiungere con la nostra volontà questi miglioramenti, affidiamo per comodo al mito Umanità, anzi addirittura all’ignoto Avvenire il soddisfacimento del nostro personale desiderio di diventare migliori e più felici: e questo chiamiamo Progresso. Il ricordo, così, d’aver creduto nei miracoli della guerra m’infastidiva. Ai più la guerra aveva recato, lo riconoscevo, poco o nessun giovamento, e a molti danno e miseria, e a parecchi vanità e follia. Pure alla nazione, se i governanti fossero stati altri, un bel vantaggio di serietà, di considerazione, di compattezza, e finalmente d’unità, l’avrebbe arrecato. Se i governanti fossero stati altri.... Di quelli che una volta si chiamavano neutralisti, tutti gli argomenti m’erano sembrati pietosi perchè essi dimenticavano sempre di mettere, tra gli argomenti contrarii alla guerra, l’esistenza appunto di loro neutralisti. Voglio dire che se domani i bacilli della tubercolosi si mettessero a predicare la salute, sarebbero più onesti, scommetto, e comincerebbero la predica dicendo male anche dei bacilli della tubercolosi. Per contro un argomento di quei signori m’aveva sempre fatto impressione: che noi italiani si doveva ormai per lunga esperienza sapere che cosa valgono, l’un per l’altro, i nostri governanti. Se poi vogliamo giudicare la guerra solo dai patimenti e stragi che dà, diciamone pure male: