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della borghesia le migliori qualità d’intelligenza e di cuore si sono rifugiate in queste donne che si votano all’arte. Sentono esse che devono raccogliere tutta una eredità di grazia, di bellezza, di civiltà, di poesia e farne finalmente partecipe la folla sovrana. Nessuno in Russia riceve gli onori che ricevono le donne che cantano e che ballano. — Hanno tripla razione. — E se la volessero quadrupla, l’avrebbero che se la meritano. — E non la vogliono? — Non la vogliono. Ella non immagina, caro dottore, l’abnegazione d’un artista, specialmente se è donna. Per mantenere intatta, anzi per accrescere la sua capacità nell’arte che s’è scelta, essa si sottomette a privazioni e a regimi che nessuno di noi uomini sopporterebbe. Privazioni di tutto: dall’amore al cibo. Sono delle martiri. Eravamo sotto la statua di San Pietro. Per allontanarmi dalla sua amica egli mi prese amichevolmente sotto braccio, e mi confidò: — Per avere Flora tutta per me, capisce, tutta per me, ho dovuto ottenere da lei che abbandonasse l’arte sua. È stata la più gran prova d’affetto che potesse darmi. Me l’ha data. Ma spesso piange. Le assicuro: solo pel giudizio che s’ostina a dare di queste donne, la morale borghese meriterebbe d’essere maledetta. Lo è. E la distruggeremo. Ogni rivoluzione deve essere, prima di tutto, morale, deve avere la sua morale. La nostra la ha. E la imporrà al mondo.