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uno più colpevoli e, insieme, le prove della loro colpa, e si ritrova così superiore a questi suoi simili senza che loro sia lecito discutere o solo dubitare della superiorità di lui. Ho sempre pensato che un marito, scoprendo sua moglie nel più profondo dell’infedeltà, prova, prima del dolore, una soddisfazione d’amor proprio. – In mia mano alfin tu sei, – come si dice nei melodrammi. Revolverate, pugnalate, strangolamenti ed altri correnti mezzi d’uxoricidio sono l’effetto, anzi la continuazione di quello stato d’animo, di quell’amor proprio risorto e di quell’ebbrezza d’orgoglio: in breve, di quella momentanea felicità nell’infelicità. È vero che in questo caso quei due lassù potevano anche infischiarsi della mia scoperta e superiorità; ma non potevano negarla. Ed era già qualche cosa. Di fatti Nestore non si degnò d’apparire a pranzo, e io a mia moglie nulla dissi per timore che ella finisse a divulgare la mia confidenza; e, chi sa, che ella non fosse anche al corrente dell’uso cui Nestore destinava le soffitte della casa paterna. Ma comprai due solidi lucchetti e quattro occhielli di ferro; con un lucchetto chiusi la porta verso la soffitta della sarta; con l’altro la porta verso la stanza delle mie vecchie carte. E, legate le due chiavi a uno stesso spago, le riposi in un cassetto della mia scrivania. Questo fu il mio atto d’imperio. E ne rimasi contento anche perchè, limitato alle cose le quali per fortuna non hanno lingua, esso non mi costò nè discussioni nè contrasti.