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l’età matura; misura, ponderazione, parsimonia, vita casalinga, maniere soavi, tolleranza e rassegnazione. Un momento di respiro ci vuole, chè l’uomo non si tempra come l’acciajo, tuffandolo rovente nell’acqua diaccia. E se a creare un uomo bastano nove mesi, a mutarlo non bastano.

Spettatore di professione e ottimista, come ho detto, di natura, è anche, s’intende, scettico quanto occorre per non prendere sul serio tutto quello che ode gridare per via e sui giornali. Osa anzi sostenere che lo scetticismo sarà l’unica filosofia adatta a questo dopo guerra, tutto lampi fulmini pioggia e pantano. E poichè ha una sua cultura classica e soda, e legge molto, ma più libri vecchi che libri nuovi, ricorda, a conforto di questa sua opinione, che lo scetticismo è stata la filosofia di tutte le generazioni nane, saporite e anche velenose, venute su, come vengono i funghi, dopo i grandi uragani e diluvii. Pirrone aveva accompagnato Alessandro nelle sue conquiste e inventò lo scetticismo quando vide Alessandro morire e il suo impero sfasciarsi. Dice il mio amico: – Dopo una gran guerra e milioni di morti e monti di rovine, cápita all’umanità quel che cápita ad ognuno di noi dopo la morte d’una persona amata: la felicità, cioè, e la bontà e la verità sembrano favole per sempre irraggiungibili. Quest’impotenza schiaccia quelli che sono incapaci di rassegnarsi all’instabilità di tutto, che sono deboli, che sono i più, che sono la folla; li schiaccia, li ubriaca, li impazza, e li spinge a rifugiarsi in una religione qualunque che abbiano a portata d’orecchio, magari nel bolcevismo. I migliori, i più savi, quelli