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Era abituata a quei tre o quattro giorni di libera vedovanza ogni due settimane, e ci contava e nel paese dicevano che non fosse sola a contarci. A chi gli parlava della lucertola e della disperazione del bovaro, padron Beppe rispondeva sempre:
— Di che si lagna? Lui ha una moglie bella, e una bella moglie porta più fortuna che una lucertola a due code.
E qualche donna ripetè in segreto alla biondina la risposta del macellaio:
— E fatelo un po’ contento! Senza peccato, si intende. Ma se gli fate un sorriso voi, quello vi regala la lucertola e tutta la bottega. Fareste contento vostro marito, e vi togliereste da tante noie anche voi. Senza peccato, s’intende!
E un giorno che il bovaro era andato a veder due buoi grassi sotto Protte, furono visti passeggiare insieme dietro al cimitero padron Beppe e la biondina; e la biondina fu anche vista a ridere piegando la testa palliduccia da una parte come un cero che sotto il vento si spegne e non si spegne.
Una settimana dopo il sor Giacomo partì per Roma con dieci buoi e guadagnò sopra a sessanta