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per vedere se erano ancora opachi in qualche punto. Così giunse presso alla moglie, senza vederla. — Gigi! Il biondino deboluccio sussultò, si mise con due mani gli occhiali, se li incastrò bene con tre dita a cavallo al naso, esclamò ebete di paura: — Lauretta! Lauretta piangeva, tremava tutta, si alzò il velo per asciugarsi le lagrime: — Ho visto tutto, so tutto! Egli non riusciva a pronunciare una sillaba, teneva la bocca e gli occhi spalancati come uno che attenda lo scatto dello starnuto, e protendeva le mani come a parare un colpo. Finalmente articolò: — Andiamo, andiamo... Ti spiegherò ogni cosa.... Quando furono su la via, fianco a fianco, anche egli cominciò a piangere puerilmente, e si dovette di nuovo togliere gli occhiali, e procedette innanzi facendo con le mani (nella destra teneva le lenti bagnate) gesti desolati e silenziosi, e contraendo il viso come se il peccato gli fosse all’improvviso sembrato sapor di limone. Lauretta, accanto al colpevole piagnucoloso, riacquistò la sua forza: — Dì, dì,