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— Eh!
— Già. Ma via! resta a colazione e ti dirò tutto. Ci vedremo spesso poi, non è vero? Io ho faticato più di quel che fatichi tu, mio grande scienziato. Tant’è vero che tu sei grasso, ridente e colorito: e io sembro fatto di cera..., non propriamente di cera vergine.
— Ma... e la contessa?
— Finito tutto da quando è incominciato il concorso. Io avevo da lavorare, ti dico, e non potevo pensare anche a lei.
— E adesso?
— Adesso s’è data al socialismo cattolico. Poi tu mi spiegherai che cosa sia. Io vorrei sapere se ci sia anche un socialismo ebraico. Sarebbe grazioso.
— E con chi s’è data al socialismo?
— E chi lo sa? Chi ha avuto tempo da pensarci?
— Insomma parlami del concorso.
— Subito. Io non fumo per proibizione del dottore; tu fuma, se vuoi. Io prendo un bicchierino di elisir di china, e fra un’ora, prima di colazione un cucchiaio di fosfato, e a colazione niente altro che carne e uova, uova e carne. Dunque, ecco il racconto specificato dell’esame.