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mese prossimo riescirà deputato certissimamente; voi sapete...
— Al fatto, vieni al fatto...
— Eh ho aspettato tanti mesi io! Non volete aspettar pochi minuti voialtri? Ella giurava di amarmi, e passava ore e ore del giorno a casa o fuori, sotto gli occhi del marito o in vettura chiusa fuori delle porte di Roma, insieme a me; mi confidava le sue speranze, le sue noie, i suoi abiti nuovi, le malizie della cameriera, le impertinenze della figliuola, i furti del cuoco, la tintura della barba del marito. Ma appena provavo a baciarle una mano, si raffreddava, s’irrigidiva e mi insultava. Una volta scese dalla vettura sotto Ponte Nomentano e ci volle del bello e del buono per convincerla a risalire, giurandole di non parlarle nemmeno fino a Porta Salaria. Un’altra volta, a casa, quando io esasperato le afferrai le due braccia e la baciai sulla bocca, ella suonò il campanello e fu gran ventura che non pronunciasse in faccia al domestico il melodrammatico: «Riaccompagnate il signore.» Io un giorno risolvevo di non vederla più; un giorno pensavo di essere stato sciocco e timido e, appena la incontravo, osavo troppo; un giorno meditavo di convincerla con un ragionamento, un giorno di commoverla