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— Pensi ad essere più buona.
L’Economo escì facendo grandi gesti con le braccia per mostrare i polsini bianchi che avevano alle asole per bottoni due piccole stelle d’argento a cinque punte, ricordo delle vecchie stelle sul bavero della giubba militare. Luigino lo guardò escire, poi si volse a Giulietta e coraggiosamente seppe mostrar la sua ira?
— Che ti diceva? Perchè viene tanto spesso? Che significa quell’«esser più buona»? Che vuole? Tutta Spoleto parla di voi due. Lo sai? Rispondi.
Ma Giulietta pareva occupata da altri pensieri perchè gli rispose soltanto:
— Che c’entri tu? Sei matto? – e ritornò nelle sue camere sbattendo la porta e lasciandolo lì per le scale con un piede sul primo gradino.
Egli uscì per strada, andò al circolo dove l’Economo nemmeno rispose al suo saluto, cenò senza parlare tra Giulietta che s’era portato a tavola un romanzo molto gualcito e lo leggeva tra una portata e l’altra, e Tommaso che ripeteva:
— Che t’è successo, Luigino? E tu pure, Giulietta, potresti lasciare quei benedetti libri sporchi e dir qualche cosa a tuo cugino.
Dopo cena il poeta si chiuse in camera e provò