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in mano, e inginocchiandosi davanti al fuoco vicino alle vesti fumanti di Anna Maria, da un bricco che era presso i carboni versò il vino bollente, e così genuflesso porse il bicchiere con un sorriso.
— Grazie, grazie, don Pa’. Per me basta. Perchè non v’alzate?
— Ero rimasto a guardare voi.
— Su, su, che ce ne sono di più belle da guardare.
— Non dite eresie, figliola mia, non dite eresie, — e si alzava con un sospiro appoggiando una mano su le ginocchia di lei.
— Il vino è buono... Guardate un po’ quanto vi devo per queste messe.
— Avete tanta fretta? — e si incamminò verso lo scrittoio e, preso un libro di conti, tornò vicino alla contadina sfogliandolo.
Intanto questa aveva posato il bicchiere, s’era aperta il corpetto e si frugava nel petto per cercare i danari. Don Paolo dall’alto guardava, e quando la donna finalmente ebbe trovati i tre biglietti e glieli ebbe offerti con una mano, senza guardarlo, mentre con l’altra si riabbottonava il vestito, egli li prese e mormorò con un po’ di affanno: