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E spronata dal ricordo Anna osò: — Il letto sta ancora allo stesso posto. Bianca domandò: — Ella ha bimbi? — No. — Nemmeno noi ne avremo. È vero, Alberto? — Ma, Bianca! Ti paiono discorsi, questi?... Anna invece era tutta rallegrata da quelle domande intime, sperava la bella sposina avesse simpatia per lei e non la disdegnasse, le pareva che l’intimità di una creatura così bella ed elegante fosse per riconfortarla e rabbellirla tutta, e si faceva piccina, cortese, quasi umile per essere meglio accetta. Intanto camminavano verso il torrente Marroggia. Là giù nella valle bassa ogni veduta, fuori che quella dei monti a torno, era tolta. Le viti e gli olmi a coppia a coppia, a fila a fila si perdevano giù per il piano eguale, confondendosi nella distanza. Le viti vicine alla siepe avevano le foglie e i grappoli ancora arcigni macchiati di calce liquida contro l’ingordigia dei ladruncoli. Nelle siepi i grilli cominciavano a cantare, e l’aria nel vespro estivo era immobile. Bianca scoprì delle more tra i rovi d’una fratta, ne colse una, la portò ad Alberto, glie la porse: — Mòrdine la metà, Bebbuccio!