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Dunque ella ci scusa? – e Alberto si avvicinò con un sorriso dolcissimo. Anna si scostò istintivamente; prima si sentì superba di quel sorriso, poi si adirò, comprendendo che era un mezzo diplomatico per far la pace. E timida rispose: — Ma le pare... Ella, in fondo, era a casa sua. Piuttosto m’auguro... — Che cosa? — M’auguro di potere un’altra volta far la conoscenza della sua signora. — Ecco... vede... — Scusi, veh! ma io... — Ma anzi, signora mia! – poi proseguendo senza prender fiato, quasi dopo essersi determinato a un passo eroico: – Anzi verremo noi stessi a riverirla. Dovere di forestieri. — Ma io verrò da loro! — No, no. Stasera verremo noi. — Ed usciremo pel fresco. — Benissimo. Bella idea! — Li condurrò fino al torrente! — Ma benissimo! Bianca... mia moglie... la mia signora sarà onoratissima, felicissima... Verso il tramonto, Alberto venne con la sua signora.