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Finalmente, rossa, affannata, ella si presentò ad Alberto e subito vide in volto al giovane un sorrisa di ammirazione un po’ audace, ma certo accettissimo. — Scusi, signora; forse è l’ora del suo sonno. Ma io son voluto venir súbito per spiegarle quel che è avvenuto stamane... — Ma le pare!... — No, no. Bianca è così sbadata... — Bianca? Sua moglie si chiama Bianca? — Mia moglie? Ah, già! Mia moglie è Bianca, ossia Bianca è mia moglie... Anna non vide un sorriso ironico del pittore; solo invidiò alla bella romana il bel nome. Alberto seguitò: — Dunque le dicevo... Bianca è un po’ sbadata, sa, è giovanissima. — Sposini freschi, eh? — Eh, così... così... ossia, già, sposini freschi. Stiamo insieme da appena due mesi. — Dopo un fidanzamento lungo? — Oh, no! Tutt’altro... Ma torniamo all’argomento principale. Bianca... intendo... mia moglie non conosceva lei... non sapeva che ella fosse la padrona di casa. — Eh, capisco! mi ha vista lì in cucina. Volevo far fare buona figura alla casa... —