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villetta: da quel lato tutte le persiane erano chiuse, e pure le ultime due finestre eran quelle della camera da letto. Allora, incoraggiata da quella quiete, girò intorno alla casa. Tutto dormiva al primo piano. Solo al pianterreno le finestre basse delle stanze da mangiare e della cucina erano aperte. Caterina la scorse e la chiamò: — Sora Nannì!... Anna le accennò di tacere. Caterina escì e cominciarono a parlare di sopra alla siepe. — Perchè non entra, sora Nannina? — No, non voglio che mi vedano. — Quelli dormono. — Ma è di buon’ora? — Di buon’ora, saranno le dieci. — Sono andati a letto tardi? — Macchè! Alle nove erano in camera. Io che stavo in cucina ho sentito rumore fino alle nove e mezza. Poi sono andata a letto, e dalle scale ho inteso che ridevano. — Devono essere sposi da poco? — Non ci si capisce niente. Di bene, se ne vogliono assai. Ma non parlano come noi. — Che intendi? — Parlano in altro modo. — Forse in francese? —