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Bene. Anzi abbiamo fatto presto. Siamo venuti giù in tre quarti d’ora. E poi erano in due. Voi m’avete detto che veniva un forestiero solo. — Non lo sapevo. — Chi è quella? È la moglie? — Non lo so. — Tu non hai capito nulla dai discorsi che facevano? — Uhm! Lei lo chiama Bebbo... — Già... si chiama Alberto – soggiunse Anna, e Oreste la guardò. — Lei porta una valigia nera piccola e non la lascia mai. Ha una spilla di brillanti fatta come una corona... — Che sia conte il pittore? — Nel contratto non c’è, e nemmeno su la carta da visita – nuovamente interruppe Anna. — Eh... se non lo sai tu... – malignò geloso Oreste. — Dev’essere contessa lei – soggiunse il vetturino – perchè alla serva che li aspettava egli ha detto: «Prendete le valigie della contessa.» — Allora dev’esser conte anche lui. — Eh... in vettura si son baciati due o tre volte... almeno che io abbia udito... perchè ho pensato che era meglio di non voltarsi. Occhio non vede e cuore non dole. —