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Nora. E con due denti falsi...

Bice. E un po’ sorda...

Nora. E con le molle del busto fatte d’acciaio...

Bice. E col fiato cattivo... Ti dico! È una vergogna, una vergogna. Tutto gli perdono io. Gli perdono d’esser calvo, di portar gli occhiali, di cercar le monete antiche, di fumar la pipa, di amare la carne lessa, di portare i polsini e i colli separati dalle camicie...

Nora. Anche questo! Povera Bice!

Bice. Ma non gli posso perdonare quella vergogna lì.

Nora (pronta). E tu...

Bice. Che cosa?

Nora. Niente, niente. Era un consiglio. Ma tu non sei vendicativa.

Bice. E non posso vendicarmi! Giovanni non m’ha mica tradita.

Nora. Già, ma pure...

Bice. Eh lo so, lo so. Io, tu lo sai, sono troppo onesta per pensare a fargli un torto. Ma quel pensiero che essendogli fedele son da meno di quella vecchia sdentata... mi fa rabbia.

Un Servo (bussa alla porta, entra). Il marchese di Monserrato è nel salotto verde.