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che lì per lì non paiono lodi. Sarebbe come se un orefice vendendoti due solitarii ti ripetesse: – Li prenda, li prenda pure lei; tanto non se li prenderà mai nessuno. – Puoi star sicura che sono falsi gialli o piatti. Dopo, Giovanni cominciò a mostrarmi tutto l’orrore del peccato, narrandomi lo scandalo della Churchill, il processo della Fieschi, il duello fatto l’altr’anno per la Santini: tutte cose che io sapevo e che dovevo fingere di apprendere da lui con grandi maraviglie. Una noia, ti dico! E di nuovo tra un racconto e l’altro magnificava la felicità dell’amore eterno, delle due anime legate indissolubilmente, della fedeltà in ogni atto come in ogni pensiero; e fulminava con tanta ira le donne che cambiano amanti, che giocano con gli affetti come si gioca con le palle a tennis, che io credendo di fargli piacere lo canzonai dicendo un po’ male degli uomini e mostrando che sapevo la faccenda della vecchia Torres. Ma Giovanni buono ed ingenuo mi narrò tutta la verità. La Torres lo aveva abbandonato per un addetto dell’ambasciata spagnuola, quello che dirige tutti i cotillons... Come si chiama?
Nora. Oiveda. È amico di Giorgio.
Bice. Sì, Oiveda, proprio lui. Tu capisci? Mi ci caddero le braccia. Egli aveva sposato me per