Pagina:Ojetti - I Monumenti Italiani e la Guerra.djvu/31



dalla valle dell’Astico al Canale di Brenta. La tavola del Veda a Velo d’Astico, quella dello Speranza a San Giorgio di Velo partirono dai loro santuari inseguite dal tiro delle artiglierie austriache del monte Cimone, e giunsero a Vicenza negli autocarri che avevano portato sulla linea del fuoco le munizioni ai nostri combattenti.

Ma questo è quel che s’è salvato. Chi ci ridarà quello che s’è perduto?

Un solo modo ha il nemico per pagare a Venezia i danni e gli sfregi volontariamente recati alle sue chiese più belle. Uno Stato che senta la dignità della sua storia e della sua civiltà, non è, nelle trattative di pace, un mercante che concorre a un’asta pubblica e misura a lire o a corone il suo danno e il suo guadagno. La pittura veneziana si paghi con pittura veneziana. Tra il Museo Imperiale e l’Accademia Imperiale, Vienna ha, se ben rammentiamo, venticinque quadri di Tiziano e quindici di Jacopo Tintoretto.

Ugo Ojetti.