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sono ormai queste gemme sottratte a Venezia il vanto e il tesoro, purtroppo, di tutti i musei, da Madrid a Vienna, da Napoli a Londra? Non si sa mai, nei trambusti della guerra, con questi governi accentratori, con questi frigidi funzionari devoti più ai cataloghi che ai quadri dei musei, felici quando vedono quadri e statue disposti in ordine come documenti in un archivio, bollati o numerati come forzati in un ergastolo....

Finchè quadri e statue restano a Venezia, sotto gli occhi dei veneziani, ci si può fidare. Appena fuor di Venezia, un quadro veneziano non vi pare che s’impallidisca di nostalgia? Era un nobile orgoglio e una disperata passione. Se doveva essere colpita, se doveva essere distrutta, se doveva agonizzare e morire, Venezia voleva agonizzare col conforto della sua arte, voleva morire adorna di tutta la sua bellezza, insieme a tutta la sua bellezza.

E qui veniva l’ultima ragione fatta, come le buone ragioni, sopra tutto di sentimento: il sentimento che Venezia, palazzi e tugurii, acqua e pietre, mosaici ed affreschi, sculture gotiche e tele cinquecentesche, San Marco e la Salute, i cavalli di bronzo sulla Basilica e i vetri di Murano, è una cosa sola, sola e unica, un solo tesoro, solo e unico, incomparabile e insostituibile, e vivo come un corpo vivo. Ad allontanare i quadri dai palazzi o dalle chiese, non si salva ma si smembra Venezia.

Ma la guerra si è in due a farla, e i nostri sentimenti contano poco. I conti s’ha da farli col nemico.

Ora la guerra fu dichiarata la sera del 23 maggio 1915. La mattina del 24 alle cinque, due idrovolanti nemici apparvero sulla città che tutta rosea si liberava appena dagli azzurri veli della notte e le lanciarono quattro bombe.

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La stessa mattina una squadra di navi austriache postasi davanti ad Ancona, porto non più fortificato, lanciava sette proiettili di grosso calibro contro la cattedrale di San Ciriaco ben visibile dal mare, isolata com'è sulle pendici del monte Gasco: e sei proiettili colpirono la chiesa e uno la torre campanaria sul fianco orientale.

La Chiesa di San Ciriaco sorse tra il 1094 e il 1174 al posto d’una chiesa distrutta dai saraceni. È a croce greca, con tre navate per ogni braccio. Tien del Bizantino e del romanico; alcuni suoi capitelli ricordano capitelli di San Marco di Venezia; e i pannelli incrostati del recinto

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