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300 | gabriele d’annunzio |
Da Pescara a Francavilla la strada corsa dalla vettura segue sempre la spiaggia nuda che appare alla sinistra. A destra invece le colline e, più lontani, i monti della Majella dominano; e su le colline, per quanto la povertà invernale le faccia nude e incolori, si indovinano i vigneti e si vedono gli oliveti ricchissimi. A mezza strada mi mostrò il d’Annunzio una breve pineta della principessa di Pescara, dove i fusti per quanto vecchi restano prodigiosamente esili e diritti sorgendo su da un magro pascolo rotto da molti e folti cespugli di mirto. Quella è l'unica bella reliquia d’una pineta immensa che giù giù fino al Sangro e al Trigno si stendeva cupa in vista del mare per miglia e miglia.
E sul mare ai piedi del colle dove salgono le case di Francavilla, è la villetta del poeta, bianca e quietissima adesso che le altre case d’intorno sono vuote e chiuse. Lo studio di lui è grande e ha tre finestre ampie; ma finestre, porte e