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giosue carducci | 13 |
tacitamente consenzienti diceva sì, domandò:
— Credi che l’erudizione che facciamo noi sia utile? A che?
E allora seguitò a parlare sul nuovo argomento e gli altri tacevano sempre. A volta a volta egli si interrompeva: con voce buona e lieto umore motteggiava con questo o con quello, così che io rammentavo il Machiavelli a San Casciano fra i villici all’osteria, tra una pagina e l’altra dei Discorsi.
E l’argomento della conversazione mutò. Spesso egli taceva e guardava il tavolo o il bicchiere, distratto, non udendo gli altri che parlavano di piccole cose tra loro. Si parlò del Cristo alla festa di Purim e il Carducci rammentò il Giuda di Petruccelli della Gattina e definì il dramma del Bovio argutamente tra le compiacenti risa di tutti un Cristo in puré. Si parlò del Bonghi in Francia, e d’altre cose molte e diverse.
Verso l’una egli si levò, e mentre tutti,