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260 | roberto bracco |
ritti dell’anima, invece mancano della prima qualità da me annunciata, ossia l’osservazione non è esatta e, quando a volta lo è, non è veduta dal punto di vista teatrale e su la scena viene falsata.
— Che occorrerebbe perchè quel po’ di buon teatro che anche oggi si produce potesse affermarsi e sorgere più in alto e più in chiaro?
— C’è una ragione etnografica che sempre si opporrà alla formazione di un buon teatro italiano: la molteplicità delle città principali al cui giudizio il dramma deve soggiacere. In Francia sta, sovrano unico, Parigi. Anche da noi occorrebbe una capitale, con un ottimo pubblico, ottimi attori, ottimi autori, ottimi critici; insomma un accentramento artistico, donde si irradiasse il Verbo. Cominciamo a dire che questa nostra divisione di razze e di gusti, impedisce un’esistenza prospera alle compagnie stabili, così che, pur essendovi attori buoni anzi eccellenti, noi abbiamo per lo più tutte compagnie cattive.