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giosue carducci | 9 |
in attesa del Professore. C’era un vecchio sparuto dalla barba e dalla chioma incolta che lì chiamavano gaiamente il Troglodita (un De Gubernatis più alto), c’era un signore più elegante cui tutti dicevano marchese, c’era un giovanotto roseo e biondo con un fazzoletto attorno al collo; poi altri tre o quattro, professori o ammiratori. Domandai al Rugarli se quello fosse il cenacolo consueto ed egli assentì: in inverno c’era anche Antonio della Porta che ora è esule a Roma.
Giunsero le valigie del Carducci che doveva verso le due del mattino partire. Poi giunse egli stesso seguito da un giovane dalla aperta faccia bonaria: mi fu presentato e seppi che era il genero del Carducci, l’ingegner Gnaccarini. Qualcuno qua e là salutò alzandosi, il crocchio si mosse a incontrare il poeta tra un gran romore di sedie e un rispettoso salutare. E tutti sedemmo attorno a lui. Quel signore biondo e roseo che avevo visto prima, offrì al Carducci un lungo bastone che