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234 | matilde serao |
legature, su tavole lunghe, dentro armadii chiusi, su scaffali girevoli. Dalla camera vicina viene un suono lieto di voci infantili.
Si accendono le sigarette, e il colloquio nostro incomincia. La signora Serao fa spesso, parlando, il gesto di sollevare i capelli su dalla fronte, e la fronte è invece sempre libera e bella sotto il diadema dei capelli nerissimi, diritti.
— Voi mi domandate del romanzo italiano. Il romanzo italiano non può esistere, per ora; tutti i romanzi che noi facciamo sono parti, elementi, coefficienti del futuro romanzo italiano integro e perfetto; essi sono, se non per altro, per l’argomento essenzialmente regionali. Prendete una classe speciale: l’aristocrazia. Ebbene l’aristocrazia siciliana che il Verga e il de Roberto descrivono, non è differentissima dalla aristocrazia napoletana che ho descritta talvolta io? Insomma una ragione tutta etnica si oppone alla formazione del romanzo italiano e credo ciò