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Napoli, dicembre del ’94.



Attraverso a molte sale lussuosamente addobbate con arte, giungo allo studio della scrittrice. Lo studio è ampio e luminoso per un’alta porta a vetri che si apre sopra una loggia ricca di vasi e di arbusti; da quella porta si vede un cortile grande, quietissimo, cinto da case a molti piani, ma su dal cortile, più in alto di quelle alte case, sorge un platano diritto che ancora nel tardivo autunno napoletano regge le foglie secche. Che bella vicenda di colori e di foglie deve quel platano al favor delle stagioni segnare, in vista della nobile donna dietro quei vetri intenta su la carta, tra i libri! E libri vedo tutt’attorno in bell’ordine e belle ri-