Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
giosue carducci | 5 |
vono a Bologna altri due o tre letterati più o meno noti e laboriosi; ma essi non si incontrano mai così che i profani potrebbero crederli in guerra, essi non formano chiesa sotto il grande poeta, e tanto meno vogliono costringere i loro intelletti in una società di mutua ammirazione. Panzacchi entra nella retrobottega degli Zanichelli due volte all’anno; e pure è lì che il Carducci — come dicono — pontifica, lì e mai altrove quasi egli fosse a somiglianza dell’altro pontefice prigioniero in una ben geniale prigione. Enrico Panzacchi e Corrado Ricci stamane a colazione mi assicuravano di non essersi visti da mesi.
Ora perchè una città possa a favor di giustizia chiamarsi intellettuale, occorre il numero degli intelligenti, e più la varietà nel numero, che un deserto sabbioso dove tre o quattro laghi brillino al sole non si può dire un mare.
Se avessi spazio, ripeterei punto, per punto, su la vita intellettuale bolognese quello che Alfredo Oriani in un suo noto