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206 | ruggero bonghi |
per povertà e ignoranza di editori e sopra tutto per scarsezza di pubblico. Il pubblico da noi è scarso e vario così che pochissimi autori hanno fama in tutta Italia anche perchè pochissimi riescono a scrivere in modo da essere intesi facilmente e universalmente; la ragione etnica della diversità delle razze italiane si ripercuote su la letteratura fatalmente, danneggiandola.
E proprio vero: oggi, nel fatto, la lingua italiana non esiste nelle opere stampate. Tra la prosa sciatta e frettolosa di certi giornalisti e la prosa preziosa e affettata di Gabriele d’Annunzio, non si sa trovare il giusto mezzo. Uno lo avrebbe trovato, Ferdinando Martini, ma non ha vigore e novità. E inutile (e questo bisognerebbe ripetere a voi giovani a voce altissima), la preziosa e innaturale lingua italiana che alcuni di voi dicono di aver trovata, o meglio ritrovata, accozzando parole difficili, delle quali esistono sinonimi facili, in frasi contorte e penose, non è la lingua che si possa leggere e inten-