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ha altri difetti, in questo senso è ottimo: esso mostra ma non dimostra nulla.

— Se ella ammette che il pensiero debba ben vivificare il romanzo, che pensa del misticismo e più dei neo-mistici?

— Il misticismo ha ora un fondamento sociale. Tutti hanno paura di quel che verrà, perché si presenta una qualche novità immensa, e, al solito, la paura del reale genera l’aspirazione al sopranaturale.

Il misticismo poi in letteratura ha un’altra ragione tutta estrinseca: l’abuso di certe cose, dette verità, che il naturalismo puro ha recentemente fatto.

— Ella poco più su ha detto che noi abbiamo una buona tradizione lirica.

— È vero. La lingua e l’inspirazione ci sono, e da noi molti dei luminari stranieri hanno preso la fiamma. In questo unico lato il nero del mio pessimismo si rischiara.

E qui lasciai Ferdinando Martini, che alla sera partiva per la sua diletta villa di Monsummano.